di Lorenzo Baldo
Depositate alla Procura di Roma le firme raccolte per fare luce sulla morte del giovane urologo
Consegnate! Sono esattamente 30.917 firme quelle depositate oggi dal gruppo “Attilio Manca” (Agende Rosse - Rm) alla Procura di Roma contro la possibile archiviazione del caso Manca. Lo scorso 14 aprile era stata pubblicata sulla piattaforma change.org una specifica petizione rivolta al Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, all’aggiunto Michele Prestipino e al sostituto Maria Cristina Palaia. All’appello avevano risposto importanti personalità del mondo dell’antimafia, della politica, dell’arte e della cultura. Tra questi: il Presidente di Libera Don Luigi Ciotti; il fondatore del movimento delle Agende Rosse Salvatore Borsellino; la Redazione di Antimafia Duemila; gli ex colleghi di Attilio Manca Simone Maurelli, Domenico Luigi Paternico e Antonio Caporaso; i deputati: Luigi Di Maio (Vicepresidente Camera dei Deputati), Alessandro Di Battista, Claudio Fava (Vicepresidente Commissione antimafia), Giulia Sarti, Francesco D’Uva, Davide Mattiello, Rosanna Scopelliti, Giuseppe Civati, Paolo Bolognesi (componente Commissione parlamentare sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, presidente ass. familiari strage di Bologna); I senatori: Luigi Gaetti (Vicepresidente Commissione antimafia), Mario Michele Giarrusso, Giuseppe Lumia, Maurizio Santangelo, Barbara Lezzi; Le attrici e registe: Sabina Guzzanti e Annalisa Insardà; I cantanti: Fiorella Mannoia, Daniele Silvestri e Marco Ligabue; Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il sindaco di Messina Renato Accorinti, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il sindaco di San Donà di Piave (Ve) Andrea Cereser; e tanti altri.
Nella sua rubrica su Repubblica Concita De Gregorio aveva rilanciato con forza la pretesa di giustizia e verità di Angelina, Gino e Luca Manca. Una richiesta che era rimbalzata sui media arrivando ugualmente alla trasmissione I Fatti Vostri attraverso l’intervento in studio della madre del giovane urologo siciliano.
Lo scorso mese di maggio, il giorno prima del 25° anniversario della strage di Capaci, Angela Manca aveva lanciato un appello accorato alla moglie di Bernardo Provenzano esortandola a collaborare con la giustizia.
“La procura di Roma si appresta - non lo ha ancora formalizzato - a richiedere l’archiviazione in merito alle indagini sull’omicidio di Attilio Manca”. l’Anticipazione era giunta pubblicamente, durante l’incontro del 17 luglio scorso “In che Stato è la mafia?”, da parte dell’avvocato Antonio Ingroia, che, assieme a Fabio Repici, difende la famiglia Manca. “Lo dico fin d’ora: noi faremo opposizione contro questa richiesta di archiviazione - aveva specificato l’ex pm -. Non si può mettere una pietra tombale sull’indagine di Attilio Manca. Sono convinto, ci sono anche le prove, che Manca è stato ucciso dall’apparato mafioso istituzionale che ha coperto la latitanza di Bernardo Provenzano prima del suo arresto! Per anni c’era chi aveva interesse a coprirne la latitanza perché Provenzano era il garante mafioso della trattativa Stato mafia. Questa è la verità! E’ possibile che non si sia trovato un ufficio giudiziario che si sia appassionato alla ricerca della verità? Neppure la procura nazionale antimafia a cui avevamo depositato un esposto... la speranza ora è rivolta a Nino Di Matteo”.
Dati oggettivi
Se Ingroia già pensa ad un nuovo impulso investigativo da parte della Dna per risolvere questo caso, nel frattempo c’è un’ipotesi di archiviazione che va scongiurata.
Di fronte al dolore e allo sconcerto della madre di Attilio Manca alla notizia della richiesta di archiviazione da parte del procuratore aggiunto Michele Prestipino occorre contrapporre quei (tanti) dati oggettivi che vanno in un’unica direzione: omicidio di mafia e Stato.
Primo punto: il mancinismo puro di Attilio Manca (l’anomalia di due segni di iniezione ritrovati nel braccio sinistro) e l’inesistenza di una sua eventuale tossicodipendenza, l’assenza delle impronte digitali del dott. Manca sulle due siringhe ritrovate nel suo appartamento e soprattutto le eloquenti immagini del suo cadavere poco conforme ad una morte per overdose. A seguire uno dopo l’altro emergono le ulteriori incongruenze: la mancanza di prove della cessione di eroina da parte di Monica Mileti; per non parlare della nota della Squadra mobile Viterbo che attesta un dato non veritiero e cioé che Attilio Manca era in servizio all’ospedale Belcolle di Viterbo nei giorni in cui Provenzano si trovava a Marsiglia. Non è così: dai registri del nosocomio risulta che nei giorni di fine ottobre 2003 in cui Provenzano veniva operato in Francia, Attilio Manca non era in servizio (l’ex capo della squadra Mobile di Viterbo, Salvatore Gava, è stato successivamente condannato in via definitiva a 3 anni per un falso verbale alla scuola Diaz durante il G8 di Genova). Altro dato: l’intercettazione ambientale del 2007 tra Vincenza Bisognano, sorella del boss Carmelo (poi pentito), ed altre persone in cui si parla di Attilio Manca che sarebbe stato ucciso perché aveva riconosciuto Bernardo Provenzano, la stessa Bisognano aveva aggiunto che in molti sapevano che il boss, durante la sua latitanza, si era nascosto anche nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto. E c’è anche quel vuoto investigativo in merito a determinati personaggi di Barcellona Pozzo di Gotto che prima ancora che uscissero le notizie dell’operazione in Francia di Bernardo Provenzano, avevano già ipotizzato alla famiglia Manca che la morte del loro congiunto sarebbe stata collegata ad una visita medica che Attilio Manca avrebbe effettuato al capo di Cosa Nostra. E dell’impronta palmare del cugino di Attilio Manca, Ugo, ritrovata nel bagno dell’appartamento del giovane urologo a marzo del 2004, nonostante le pulizie approfondite della casa realizzate dalla signora Manca in prossimità del Natale del 2003, ne vogliamo parlare? Ugo Manca è stato condannato in primo grado a 9 anni per traffico di stupefacenti (assolto in appello con sentenza divenuta definitiva). E quei contatti del cugino di Attilio con il pregiudicato Rosario Pio Cattafi? “È certo che Ugo Manca fosse (e probabilmente ancora è) legato a Rosario Cattafi - ha ricordato recentemente l’avv. Repici -. Questo risulta dalle informazioni in possesso dei genitori di Attilio nella qualità di testimoni oculari che sul punto sono stati sentiti dalla polizia giudiziaria (in merito alla partecipazione dello stesso Cattafi al rinfresco per il battesimo della figlia di Ugo Manca). Ma risulta anche dai tabulati telefonici delle utenze adoperate da Ugo Manca, che con un’utenza adoperata da Rosario Cattafi ha avuto frequenti contatti. Peraltro, altrettanto frequenti contatti con Cattafi hanno avuto anche altre persone della stretta cerchia di frequentazioni di Ugo Manca”.
Che dire anche della scomparsa dai tabulati telefonici di alcune telefonate di Attilio Manca ai suoi genitori negli ultimi giorni del mese di ottobre del 2003 (nel periodo in cui Provenzano veniva operato in Francia) così come l’11 febbraio 2004, il giorno prima che Attilio Manca venisse ritrovato morto? E il mistero si infittisce attorno al vuoto investigativo sulla giornata del giovane urologo dell’11 febbraio 2004, quel giorno il dott. Manca aveva interrotto misteriosamente i rapporti con tutti, non aveva disdetto due importanti appuntamenti e non aveva più risposto al telefono.
Ma sono anche altri i buchi neri che hanno inghiottito pezzi di verità. Buchi neri che attendono solamente di essere sondati. Quattro collaboratori di giustizia, a vario titolo, hanno circoscritto la morte di Attilio Manca all’interno di un disegno criminale che vede protagonisti mafia, massoneria e servizi “deviati”.
Per la Procura di Roma tutto ciò non è sufficiente per imbastire un processo per omicidio di mafia e non solo?
La speranza che ancora sia possibile trovare un giudice che imponga nuove indagini sul caso Manca è decisamente l’ultima a morire. Quello che però incombe sempre di più è il fattore “tempo”. Gino, il padre di Attilio, è ben consapevole di non averne all’infinito. E’ soprattutto nei suoi confronti, così come nei confronti della madre, Angelina, e del fratello, Gianluca, che si ha il dovere di consegnare verità e giustizia per la morte prematura di questo giovane urologo entrato in un gioco molto più grande di lui.
Primi firmatari della petizione contro l’archiviazione del caso Manca:
Don Luigi Ciotti - presidente di “Libera”
Salvatore Borsellino - fondatore del movimento “Agende Rosse”
Redazione “ANTIMAFIADuemila”
Sabina Guzzanti - attrice e regista
Leoluca Orlando - sindaco di Palermo
Renato Accorinti - sindaco di Messina
Luigi de Magistris - sindaco di Napoli
Marco Travaglio - direttore del “Fatto Quotidiano”
Simone Maurelli - urologo presso l’ospedale “Belcolle” di Viterbo, ex collega di Attilio Manca
Domenico Luigi Paternico - dirigente medico Chirurgia Generale presso Azienda Ospedaliera di Melegnano (Mi), ex collega di Attilio Manca
Antonio Caporaso - medico chirurgo specialista in ortopedia presso Clinica Santa Rita Benevento, ex collega di Attilio Manca
Franco Di Giacinto - ex collega di Attilio Manca, attualmente in pensione
Letizia Battaglia - fotografa
Fiorella Mannoia - cantante
Sandro Ruotolo - giornalista
Giulio Cavalli - attore e regista
Anna Vinci - scrittrice, biografa di Tina Anselmi
Annalisa Insardà - attrice e autrice
Paolo Flores D’Arcais - direttore di “MicroMega”
Maurizio Marchetti - attore
Riccardo Orioles - giornalista
Antonio Grosso - attore
Ferdinando Imposimato - ex magistrato
Giuseppe Lo Bianco - giornalista
Marcello Minasi - ex magistrato
Luigi Di Maio - deputato, vicepresidente Camera dei deputati
Claudio Fava - deputato, vicepresidente Commissione parlamentare antimafia
Luigi Gaetti - senatore, vicepresidente Commissione parlamentare antimafia
Giulia Sarti - deputata, componente Commissione parlamentare antimafia
Francesco D’Uva - deputato, componente Commissione parlamentare antimafia
Paolo Bolognesi - deputato, componente Commissione parlamentare sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, presidente associazione familiari vittime strage di Bologna
Mario Michele Giarrusso - senatore, componente Commissione parlamentare antimafia
Maurizio Santangelo - senatore, vicepresidente della commissione Difesa del Senato
Davide Mattiello - deputato, componente Commissione parlamentare antimafia
Rosanna Scopelliti - deputata, componente Commissione parlamentare antimafia
Giuseppe Civati - deputato, componente X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo)
Giuseppe Lumia - senatore, componente Commissione parlamentare antimafia
Alessandro Di Battista - deputato, componente del Comitato permanente sulla riforma delle strutture istituzionali della politica estera dell’Italia
Barbara Lezzi - senatrice, componente 5ª Commissione permanente (Bilancio)
Giovanni Cuperlo - Deputato, componente I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni)
Neri Marcorè - attore
Daniela Tornatore - giornalista
Maurizio Bologna - attore
Gaetano Porcasi - pittore
Marco Ligabue - cantante
Paolo Borrometi - giornalista
Alfio Caruso - scrittore
Loris Mazzetti - giornalista
Shobha - fotografa
Salvatore Ficarra e Valentino Picone - comici
Graziella Proto - direttrice “Casablanca”
Nando dalla Chiesa - scrittore e sociologo
Gianni Biondillo - scrittore
Don Giacomo Panizza - fondatore “Progetto Sud”
Concita De Gregorio - giornalista e scrittrice
Luciano Armeli Iapichino - scrittore
Klaus Davi - massmediologo
Petra Reski - giornalista e scrittrice
Piera Aiello - testimone di giustizia
Ignazio Cutrò - testimone di giustizia
Stefania Limiti - giornalista e scrittrice
Pietro Orsatti - giornalista e scrittore
Maurizio Torrealta - giornalista e scrittore
Vincenzo Agostino e Augusta Schiera - genitori del poliziotto ucciso dalla mafia Nino Agostino
Flora Agostino - sorella di Nino Agostino, referente regionale della Memoria-Libera
Gianni Minà - giornalista e scrittore
Asmae Dachan - giornalista
Andrea Braconi - giornalista
Giusi Traina - sorella del poliziotto Claudio Traina ucciso nella strage di via D’Amelio
Luciano Traina - fratello del poliziotto Claudio Traina ucciso nella strage di via D’Amelio
Silvia Resta - giornalista
Brizio Montinaro - fratello del poliziotto Antonio Montinaro ucciso nella strage di Capaci
Arnaldo Capezzuto - giornalista
Riccardo Castagneri - giornalista
Jacopo Fo - attore, scrittore e regista
Daniele Silvestri - cantante
David Gentili - presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano
Giuseppe Giordano - ex ispettore di Polizia
Jole Garuti - direttrice del Centro studi Saveria Antiochia Osservatorio antimafia
Lorenzo Frigerio - Coordinatore Fondazione "Libera Informazione"
Joan Queralt Domenech - scrittore
Gianluca Tavarelli - regista
Lara Cardella - scrittrice
Andrea Cereser - sindaco di San Donà di Piave (Ve)
Walter Molino - giornalista e scrittore
Associazione "Addiopizzo" - movimento antimafia
Franco Nicastro - giornalista
Enzo Guidotto - Presidente dell'osservatorio veneto sulle mafie
Jenny Campagna - nipote di Graziella Campagna, vittima di mafia
Piero Campagna - fratello di Graziella Campagna, vittima di mafia
Lina La Mattina - poetessa
Costanza Cipollaro - storica dell'arte, Università di Vienna
Don Marcello Cozzi - Vicepresidente nazionale Libera
Pupi Avati - regista
Mara Filippi Morrione - portavoce dell'Associazione Amici di Roberto Morrione, vedova di Roberto Morrione, ex direttore di Rainews24, fondatore di "Liberainformazione"
Tindaro Bellinvia - giornalista, vicepresidente del laboratorio di ricerca socio-politica Migralab A. Sayad
Cleto Iafrate - direttore Laboratorio delle Idee Ficiesse
Cettina Merlino Parmaliana - farmacista, vedova di Adolfo Parmaliana, ricercatore e docente universitario
Mauro Faso - conduttore radiofonico per "L'altroparlante" ("Radio In" - Palermo)
Franco La Torre - storico, figlio di Pio La Torre, dirigente politico comunista ucciso dalla mafia
Domenica Isgrò - ex insegnante di Attilio Manca al Liceo classico "L. Valli" di Barcellona Pozzo di Gotto (Me)
Giulietto Chiesa - giornalista e scrittore, direttore di PandoraTv
Juan Alberto Rambaldo - giudice civile Santa Fe (Argentina)
Jorge Figueredo Corrales - pubblico ministero Villa Hayes (Paraguay)
Georges Almendras - giornalista (Uruguay)
Sofia Capizzi - presidente associazione antiracket "Liberi tutti" Barcellona Pozzo di Gotto (Me)
Andreina De Tomassi - giornalista, responsabile studi e ricerche Associazione culturale "Casa degli artisti"
Claudio Riolo - politologo, docente di Scienza politica all'Università di Palermo
Stefano De Barba - ex presidente "Associazione nazionale Amici di Attilio Manca"
Dyrsen Medina - figlia di Pablo Medina, giornalista del quotidiano ABC Color, assassinato dai narcos in Paraguay
Luisella Costamagna - giornalista
Don Terenzio Pastore - Provinciale dei Missionari del Preziosissimo Sangue
Tratto da: antimafiaduemila.com