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Alla Procura Nazionale Antimafia
Chiediamo la riesumazione del cadavere di Attilio Manca.
Unendoci alla richiesta dei legali della famiglia Manca, anche di ulteriori indagini e vengano seguite le “piste” che alcuni collaboratori di giustizia hanno fornito con le loro dichiarazioni.
La richiesta di riesumazione del cadavere, che potrebbe far emergere elementi decisivi, era stata avanzata dagli avvocati Antonio Ingroia e Fabio Repici, legali della famiglia Manca, in data 14 giugno 2018 durante l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione del caso avanzata dalla Procura Antimafia di Roma.
“Le ultime opportunità scientifiche e tecnologiche - aveva spiegato l’avvocato Ingroia - permettono, anche a distanza di anni, di far diventare un cadavere principale fonte di prova. La salma di Manca potrebbe dire se era davvero un tossicodipendente e dare la data approssimativa d’assunzione dell’ultima sostanza. E gli accertamenti sullo scheletro possono permettere di verificare eventuali traumi, colpi o lesioni subite”.(*)
Anche il medico tossicologo Salvatore Giancane, che ha effettuato una meticolosa perizia su tutti gli elementi a disposizione, ritiene utile la riesumazione del corpo di Attilio Manca.
I legali avevano anche chiesto le audizioni di altri collaboratori di giustizia e nuovi accertamenti e approfondimenti, ma il gip di Roma Elvira Tamburelli ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura Antimafia di Roma.
Se non interverranno elementi nuovi, il caso è archiviato, chiuso per sempre.
E la morte di Attilio Manca definitivamente chiamata “suicidio”.
Il Tribunale di Viterbo, infatti, il 29 marzo 2017 ha emesso la sentenza di condanna a 5 anni e 4 mesi nei confronti della sola Monica Mileti accusata di aver ceduto la droga ad Attilio.
Che la morte di Attilio Manca non possa essere avvenuta per essersi Attilio iniettato volontariamente una overdose di eroina, mista ad alcol e barbiturici, sono le stesse fotografie del corpo di Attilio e della stanza della sua abitazione nella quale è stato ritrovato a dirlo. Foto eloquentissime.
Fatti evidenti, sotto gli occhi di tutti, sono stati ignorati o perfino sono state date agli stessi spiegazioni inverosimili, incongruenti.
Facciamo solo qualche esempio, rinviando approfondimenti del caso ai link sotto indicati.
- Attilio si sarebbe iniettato l’overdose nel braccio sinistro. Lui che era mancino ...
- L’inesistenza di una sua presunta tossicodipendenza.
- Assenza delle impronte digitali di Attilio Manca sulle due siringhe che sarebbero state usate da Attilio.
- Nessuna impronta nell’appartamento ad esclusione di quella del cugino Ugo Manca ritrovata nel bagno.
- Le condizioni fisiche nelle quali è stato ritrovato Attilio: setto nasale deviato, ecchimosi sul corpo, testicoli molto gonfi...
- Attilio indossa la sola Tshirt (non si sono trovati gli altri indumenti vicino).
- Il corpo è stato ritrovato in una pozza di sangue.
Oltre a questi dati di fatto, è il contesto della vicenda, che si vuole negare ad ogni costo.
Pare ormai certo che Attilio, esperto urologo siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), trovato morto a Viterbo il 12 febbraio 2004, abbia curato il boss mafioso Bernardo Provenzano e sia stato ucciso dopo averlo riconosciuto, perché non si potesse risalire alla rete mafioso istituzionale che a lungo ha coperto la latitanza di un boss mafioso all’epoca garante di Cosa Nostra nella trattativa Stato-Mafia.
Lo dicono le telefonate fatte da Attilio alla madre da Marsiglia a ottobre 2003, negli stessi giorni in cui Provenzano veniva operato, “sparite” dai tabulati… Le attestazioni non veritiere sulla presenza di Attilio presso l’ospedale Belcolle di Viterbo dove prestava servizio, nei giorni in cui Provenzano si trovava a Marsiglia per sottoporsi all’operazione… Un fatto importante emerso è che per curare Provenzano, malato di prostata, si cercava il migliore urologo, e Attilio all’epoca era un luminare nel campo, l’unico in grado di eseguire l'intervento alla prostata per via laparoscopica.
Lo dicono soprattutto le dichiarazioni rilasciate da cinque collaboratori di giustizia (Giuseppe Campo, Giuseppe Setola, Stefano Lo Verso, Carmelo D’Amico e Antonino Lo Giudice) che rivelano particolari rilevantissimi riguardo alla latitanza di Provenzano e all’ordine di uccidere Attilio Manca.
Ma nonostante questo, la Procura non ha ritenuto di ascoltarli, sostenendo che le loro dichiarazioni non siano convergenti e sufficienti per un’iscrizione nel registro delle notizie di reato.
E significativo anche attorno a questo caso ci sia stato un pesantissimo silenzio mediatico, e oltre a varie complicità da una parte e tante reticenze, tante paure dall’altra - che convergono in lacunose e financo paradossali ricostruzioni - e soprattutto vuoti investigativi e il rifiuto ad andare “oltre”.
Cosa c’è dietro la morte di Attilio Manca? Chi? Perché non si vuole la Verità?
Per avere una risposta a questi interrogativi, e venga dissipato il sospetto che non si voglia fare di tutto per far emergere la Verità su questo caso, chiediamo sia dato seguito a quanto richiesto.
Fonti:
Anche il tribunale di Roma archivia il caso Manca: “Non fu omicidio di mafia”
(*) “Riesumate il cadavere di Attilio Manca”
Caso Manca, Giancane: ''Troppi dettagli inquietanti, occorrono nuovi esami''
Tratto da: change.org