Giovedì 14 Novembre 2024

Il Guardasigilli: "Sono vicino alla famiglia di Attilio Manca"
di Lorenzo Baldo

Poco più di un mese. Tanto è passato dall’incontro avvenuto in via Arenula tra il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e i familiari di Attilio Manca. Ed è in occasione del 16° anniversario della misteriosa morte del giovane urologo siciliano che è fondamentale ribadire con forza la pretesa di verità di Angelina, una madre coraggio nei confronti della quale la giustizia italiana ha a dir poco infierito in questi anni.
“Verità per mio figlio!”, aveva gridato Angela Manca dal palco di via D’Amelio, lo scorso 19 luglio. Quel giorno, alla manifestazione organizzata da Salvatore Borsellino e dalle Agende Rosse, c’era anche il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ad Angelina aveva promesso un incontro. Che, a distanza di quasi sei mesi, si è finalmente realizzato lo scorso 8 gennaio.

Il fattore tempo
Prima dell’incontro al ministero ci sono state altre occasioni in cui la figura del Guardasigilli è stata chiamata in causa. Era il 18 giugno 2018, e si era in attesa della decisione del Gip di Roma sulla richiesta di archiviazione del caso Manca. “Al nuovo ministro della Giustizia - aveva chiesto pubblicamente Angelina Manca -, nei confronti del quale ripongo una grande fiducia, chiedo di aiutarci, di agire con coscienza. Non posso dimenticare il dolore e l’amarezza provati dopo aver sentito l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il quale, basandosi sulle dichiarazioni di un indagato come Salvatore Fugazzotto e di qualche altro suo sodale, riteneva la morte di Attilio provocata da una overdose…”. Le sue parole erano giunte in un momento a dir poco topico. “Al ministro Bonafede chiedo quindi di starci vicino in questa ricerca della verità e di non lasciarci soli come siamo stati lasciati da tanti esponenti delle istituzioni, della politica e della magistratura. Glielo chiedo come una madre che non vuole arrendersi di fronte a questa ingiustizia”. Meno di un mese dopo la dottoressa Elvira Tamburelli poneva una pietra tombale sul caso di Attilio Manca attraverso una vergognosa archiviazione. Dolore, annichilimento, rabbia, disillusione, ma anche determinazione a continuare a cercare la verità. Ad ogni costo. Tutto questo è racchiuso nella battaglia quotidiana di questa famiglia e dei loro legali, che di fronte ai muri di gomma eretti da chi avrebbe il dovere di garantire giustizia non arretra di un passo. “E a noi che è stato dato il 41bis”, con queste parole Angelina si era rivolta ai figli di Bernardo Provenzano pochi giorni prima del 15° anniversario della morte di Attilio. Pochi mesi dopo dagli studi di Gold Tv era rimbalzato forte l’appello al ministro Bonafede con una precisa richiesta di dare una risposta sul caso Manca. “Cerchiamo di dare un senso logico”, aveva affermato il conduttore del programma “Domenica Show”. Quel senso che ancora oggi non c’è, coperto da una coltre di nebbia che ha letteralmente inghiottito la verità sulla morte del giovane urologo.

manca attilio genitori

Ultimo appello
L’ultimo appello rivolto a Bonafede riaccende, seppur debolmente, quel barlume di speranza più volte spento da chi indegnamente rappresenta la giustizia nel nostro Paese. Una speranza spenta anche dal silenzio di tanti testimoni, consapevoli di ciò che realmente si cela dietro alla morte di Attilio, che si ostinano a mantenere un’omertà intrisa di paura o di mera complicità.
Proprio ieri su facebook era comparso l’ultimo messaggio di Angelina: “In un mondo sempre più carico di odio, razzismo, pregiudizio, indifferenza e disinteresse, mi rivolgo ai colleghi delle scuole e ai docenti tutti, ai Dirigenti Scolastici, agli allievi che studiano per costruire una vita dignitosa, agli amici vicini e, virtualmente, a quelli lontani, ai genitori, al mondo associazionistico, a tutta la parte di quella società sana e civile; chiedo a tutti DI STARCI VICINO in questa battaglia senza fine e ancora piena di ostacoli, affinché il sacrificio di mio figlio ATTILIO non rimanga vano e possa servire per un futuro di tutti più semplice e sereno, più gratificante e normale del nostro presente, più sognante e realizzato del suo passato. LA VOSTRA vicinanza e il vostro affetto è la forza della mia famiglia in un momento in cui la stanchezza sopraggiunge e scoraggia.
Vi aspettiamo a Barcellona Pozzo di Gotto, Attilio Vi aspetta”.
Oggi pomeriggio nella città del Longano in molti si ritroveranno per ricordare Attilio Manca, il suo incredibile talento come urologo e la peculiarità della sua grande umanità, ma soprattutto ci si ritroverà per fare il punto su tutti i misteri che permangono ancora su quello che appare come un vero e proprio omicidio di Stato. “Come cittadino che ha a cuore una giustizia non succube a poteri di sorta - aveva dichiarato nel 2016 don Luigi Ciotti - non posso non pormi una serie di domande di fronte alla tesi sostenuta con forza dagli avvocati della famiglia Manca, ossia che le omissioni e le false piste dell’indagine sono collegate al fatto che fare luce sulla morte di Attilio Manca significa scoperchiare parte della cosiddetta trattativa Stato-mafia, avviata da Cosa nostra per chiedere, in cambio della cessazione della stragi, quella del regime di carcere duro per i boss”. Domande inoppugnabili, quelle di don Ciotti, che ancora attendono risposte.

Tratto da: antimafiaduemila.com

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