Venerdì 19 Aprile 2024


di I Germogli della Legalità
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Attilio, un esempio di rettitudine e sprone per una società più giusta

Tenacia, forza, senso dell'amore e della giustizia. Questi sono i valori di una mamma che, ancora oggi, grida Giustizia e Verità per il proprio figlio. Angela Manca, un nome conosciuto, come quello di tante altre mamme che lottano per sapere la Verità sulla triste storia della morte del proprio figlio. E' lei a fare il compito di coloro che, potrebbero, avendone i poteri,  indagare con senso giuridico mettendo a rischio anche la  propria vita. Il manto di omertà che copre questa vicenda sale talmente in alto che è quasi difficile da raggiungere. Una cosa è certa, lei non può permettersi una tregua e continua a gridare in quel deserto burocratico fatto di favoritismi e silenzi tombali.

La signora Manca è felice di intervenire nel nostro programma radiofonico, I Germogli della Legalità, attraverso il quale dà ai ragazzi (Miriam, Davide, Giovanni, Matteo) un messaggio chiaro che li possa aiutare durante il loro cammino di vita. E per i nostri ragazzi, è un grande onore  poter intervistare una mamma speciale.

Solo una mamma conosce il proprio figlio e uno come Attilio non può essersi suicidato.

Non ne aveva un valido motivo, visto che fin da piccolo spiccava in genialità in ogni dove: studio, interesse privato e quant'altro.

“ (...) Un ragazzo curioso, intelligente, sensibile, solare, pieno di gioia. Anche se aveva dei momenti tristi di malinconia però i suoi occhi sorridevano sempre. Era veramente sereno, sereno dentro perché era sereno nel suo animo (...)”. In questo modo mamma Angela introduce suo figlio Attilio ai nostri ragazzi.

Un ragazzo molto legato alla sua famiglia, da cui trarre esempio, dice la Signora Angela perché non ha fatto mai mancare loro la sua presenza, confidenza, vicinanza fino all’ultimo giorno, l’11 febbraio quando fece l’ ultima chiamata che poi sparì dai tabulati. Un raggio di sole, lo definisce la mamma, che permeava la loro casa di Luce e Felicità. Da bambino era molto vivace, combinava molte monellerie, racconta divertita la signora Angela, come camminare sulle ginocchia per tutta la stanza o rompere a colpi di martello il mangia dischi per comprendere come fosse fatto all’ interno.

Era molto sveglio, apprendeva facilmente. A soli tredici,  analizzando  il suo primo computer era riuscito a fare programmi per un condominio, uno studio medico ecc..La sua curiosità, la sua voglia di approfondire, di conoscere lo hanno  accompagnato da sempre.

Era un ragazzo molto intelligente sin da piccolo, infatti ha imparato a leggere e scrivere da solo. Studiava poco ma apprendeva facilmente. A scuola faceva impazzire gli insegnanti, in pochi minuti terminava il compito assegnatogli, mentre gli altri ci impiegavano un ora e mezza quindi il resto del tempo disturbava perché voleva fare altro. Era generoso, non era invidioso infatti passava le copie dei compiti a tutti: “(...) voleva che tutti quanti gli altri sapessero fare le cose, prendessero dei buoni voti”. Per gli insegnanti Attilio era il ragazzo più brillante che avessero mai avuto. Lo stesso dicevano di lui all’università: “ (...) mi è stato presentato dal professore di chimica come l’alunno più brillante dell’Università che sapeva la chimica allo stesso livello del professore esaminante” scrive in una lettera il suo primario, il professor Ronzoni.

manca attilio bambinoAnche nel lavoro  era brillante, pensava sempre di scoprire cose nuove, era uno scienziato, uno studioso lo definisce la mamma. E’ stato il primo in Italia ad operare il tumore alla prostata con tecnica laparoscopica appresa in Francia, da li a poco  avrebbe anche tentato un intervento alla viscica con la stessa tecnica  che allora, 16 anni fa,  nessuno ancora faceva in tutta Europa. Oltre che per il suo talento, Attilio si evidenziava anche per la sua umanità. Sempre pronto ad aiutare coloro che erano in difficoltà, quando scendeva in Sicilia per andare a trovare i suoi ad esempio, spesso non prendeva soldi dalle persone che volevano essere visitate da lui. Un ragazzo generoso, talentuoso, pieno di vita, che la cronaca giudiziaria racconta diversamente.

Arriviamo all’11 febbraio del 2004 Attilio Manca viene trovato morto nella sua casa di Viterbo. Per aneurisma cerebrale è stato detto alla famiglia inizialmente, più tardi invece  si apprende essere morto per overdose. Per cui la Famiglia Manca si riunisce, fa il punto della situazione e comprende che  Attilio era morto si con l’eroina nel corpo però che era stato ucciso. Presenta quindi una denuncia querela contro quelli che pensano  possano aver partecipato al suo omicidio. Ma la giustizia ufficiale, la procura di Viterbo prima  e  quella di Roma poi, archivia il caso come morte per overdose. Sono tanti i pentiti che affermano che ci sia l'ombra oscura della mafia dietro la morte di Attilio “(...) ma il Procuratore di Viterbo, Petroselli, ha detto che a lui non interessava, perché nel corpo di mio figlio c'era la droga; era morto nel suo letto e quindi era morto per droga..(...) ma la cosa più vergognosa è stato il dott. Pignatone con cui ho parlato, perché da Pignatone c’erano pure le dichiarazioni di Setola (…), Setola che poi non ha più collaborato per paura perchè minacciato. In ogni modo il dott. Pignatone  quando incontrò i Manca disse: “ Sì, è stato ucciso! “riferisce la Signora Angela, poi chiuse il caso per droga per mancanza di prove.  Ci sono 5 pentiti “(...) Sono tanti i pentiti e tutti che convergono sulla stessa cosa Omicidio di Mafia, però chi li ascolta?” Conclude la signora Manca

Persino i suoi amici, quelli Barcellonesi, con cui ha passato l’ultimo Natale, lo hanno tradito,  sottolinea la signora Manca, perchè condizionati dalla mafia. Non bisogna mai lasciarsi condizionare da nessuno,  soprattutto dalla mafia, spiega la signora Manca ai nostri ragazzi. Lei, nonostante incontra coloro che hanno ucciso suo figlio prosegue la sua battaglia con dignità e senza paura perché è dalla parte della ragione, chi ha ragione, sostiene, non ha mai paura di nessuno. Per la signora Manca la vera Mafia è la politica. Fino a quando questa cercherà i mafiosi per ottenere i voti, fino  a quando tratterà con loro  non  la sconfiggeremo mai.  Ci sono tanti casi irrisolti come quelli di Attilio perché “(...). lo Stato non vuole la Verità. Per questo dico ai giovani, un giorno lo Stato, quello che occuperà il potere sarete voi e non scendete mai a compromessi, cercate di non appoggiarvi mai alla Mafia, non cercate i voti della Mafia”.

Andare nelle scuole, parlare ai giovani, ai ragazzi è molto importante per la signora Manca. Vedere i loro volti attenti, la loro emozione, commozione, la loro partecipazione, le dà forza:

 “(…) Allora dico la morte di Attilio non è stata inutile, è servita a qualcosa perché è servita a sensibilizzare i giovani, a fargli capire quali sono le dinamiche a cui un giorno non dovranno soggiogare, combattere, sottostare, questa è la cosa principale, la cosa più bella, che mi dà la forza di continuare, di andare avanti”.

Non c'è sofferenza peggiore della perdita del proprio figlio, in questo caso aggravata dalla graduale scoperta della verità. Mese dopo mese, anno dopo anno, come piccoli pezzi di  mosaico si palesa la mano nera della mafia e non solo. Questa consapevolezza accresce il dolore che lentamente si trasforma in rabbia. Una  dura battaglia verso coloro che hanno strappato una vita, sicuramente di successo, a un uomo che ha donato solo gioia a coloro che lo hanno frequentato e conosciuto.

La Redazione de I Germogli della Legalità

Tratto da: antimafiaduemila.com

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