Lunedì 29 Aprile 2024
Attilio Manca urologo

di Lorenzo Baldo

“I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perché certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza”.
E’ Hannah Arendt a tracciare un punto fermo in quello che sembra l’epilogo di una vicenda odiosa. Siamo in provincia di Messina, a Barcellona Pozzo di Gotto. A due anziani genitori, Gino e Angelina, viene ucciso un figlio, Attilio, un prestigioso urologo, in circostanze misteriose. Comincia di seguito la fase della sua delegittimazione: era un tossico e si è suicidato. Assieme all’avvocato Fabio Repici, Gino, Angelina e Gianluca (il loro figlio minore), cominciano una battaglia estenuante per avere giustizia e verità. Verità su quello che, seguendo le ricostruzioni di diversi collaboratori di giustizia, è un omicidio di mafia e Stato. Ma è una battaglia impari, nella quale spesso lo Stato rema contro. E a infierire con foga contro Gino e Angelina arriva puntuale la mano di chi vigliaccamente comincia a gettare veleni nel loro giardino. E’ una escalation violentissima: intossicazione per i due coniugi, con tanto di sfinimento a livello psicologico. E poi ancora altri attacchi coi veleni. Gino a un certo punto muore, e Angelina si vede costretta a trasferirsi al nord.


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Attilio Manca


Oggi però, così come diceva Hannah Arendt “nessuna cosa umana può essere cancellata completamente al mondo”, ed è la stessa procura di Barcellona Pozzo di Gotto a iniziare a rendere giustizia a una donna che per alcuni era diventata pazza e non più credibile con le sue denunce su questi veleni. Sulla Gazzetta del Sud si legge oggi che Ugo Manca sarebbe indagato per atti persecutori nei confronti dei suoi zii, Gino e Angelina Manca. E già questo dovrebbe far inorridire. Certo è che gli atteggiamenti di Ugo Manca nei confronti di chi ha cercato di avere da lui qualche risposta in merito alla morte di suo cugino Attilio si commentano da soli. E sono rimasti impressi soprattutto in un paio di trasmissioni televisive. Nella prima era stata Francesca Fagnani, nel 2014 inviata per la trasmissione di Michele Santoro “Servizio Pubblico” che, per la puntata del 24 aprile aveva realizzato un servizio accurato sul caso Manca.
In quell’occasione era riuscita ad avvicinare Ugo Manca, addirittura entrando a casa sua. Poi però lo stesso Ugo, di fronte all’osservazione della giornalista, sul fatto che sua zia, Angelina, fosse a tutti gli effetti la madre di un ragazzo ucciso, aveva avuto una reazione di stizza: “Cosa ha detto? Cosa ha detto? Si tratta di una overdose, punto e basta!”. E quando la giornalista lo aveva incalzato riferendosi all’intervento chirurgico al varicocele che Ugo Manca si era fatto fare da Attilio a dicembre del 2003: “Ma lei si faceva operare da un tossico? ...”, lui le aveva risposto con un rabbioso “lasciamo stare!” prima di spingerla letteralmente fuori di casa.


giardino avvelenato casa manca


Successivamente era stato Gaetano Pecoraro che, nella puntata del 10 dicembre 2017 per “Le Iene”, aveva ugualmente tentato di porre una semplice domanda a Ugo Manca.
“Qual è il suo ruolo nella morte di suo cugino”, gli aveva domandato l’inviato de “Le Iene”. Ugo Manca si era innervosito palesemente ed era scappato via in macchina; poi si era fermato, aveva accennato alla possibilità di un incontro allo studio del suo avvocato, per poi fuggire definitivamente facendo perdere le sue tracce.
Oggi per la procura di Barcellona Pozzo di Gotto il cugino di Attilio sarebbe quindi l’autore di quegli ignobili attacchi nei confronti dei coniugi Manca. Ignobili perché rivolti a due persone indifese, la cui unica colpa era quella di cercare la verità su quello che per la Commissione parlamentare antimafia è un omicidio.
Una verità che dà molto fastidio a chi si è macchiato di un simile crimine? E’ l’inizio della sua fine? Lo stabiliranno i magistrati. Nel frattempo, parafrasando la Harendt: “Qualcuno resterà sempre in vita per raccontare”.
Da qualche giorno Angelina Manca è tornata nella sua casa di Barcellona Pozzo di Gotto. A dimostrazione che nessun attacco, nemmeno il più vile, potrà fermare quella sua spasmodica ricerca della verità. A futura memoria.

Foto di copertina © Giorgio Barbagallo

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