“La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio”
di Aaron Pettinari
“Qualche mese fa ho ricevuto una lettera dal carcere da parte di un detenuto. Un uomo del barcellonese che della mafia ha fatto parte. Questo soggetto fa i nomi di alcuni di quelli che hanno commesso il delitto”. A rivelarlo è Antonio Ingroia, avvocato della famiglia Manca, intervenuto all’incontro-dibattito “…e se Attilio fosse tuo fratello?” che si tiene a Barcellona Pozzo di Gotto in occasione del 13° anniversario dalla morte dell’urologo, trovato senza vita nel suo appartamento di Viterbo nel 2004.
“Questo soggetto - ha aggiunto Ingroia - vedendo le interviste della mamma di Attilio Manca, Angelina, si è deciso a togliersi un peso che aveva sulla coscienza. Così, conoscendo quello che era il mio vecchio mestiere, ha chiesto di essere interrogato per dire la verità su quel che sapeva. Ha anche detto di aver mandato più volte lettere alle Procure senza mai essere stato interrogato. Così sono andato ad interrogarlo un mesetto fa e non mancano le novità”. L’ex pm ha inoltre svelato alcuni passaggi dell’interrogatorio: “Ha raccontato che mentre era in libertà, qualche mese prima che Attilio Manca morisse, aveva ricevuto l’ordine di ucciderlo, che gli erano state date le armi e che doveva essere fatto quell’omicidio a Barcellona Pozzo di Gotto. Durante la fase organizzativa, però, qualcuno lo stoppa perché era stata trovata una soluzione diversa”. “In un secondo momento - ha proseguito il legale che rappresenta la famiglia manca assieme all’avvocato Fabio Repici - ha saputo che Manca era stato ucciso in maniera diversa. Gli uomini della mafia gli dissero che era stato fatto in maniera più soft, senza fare rumore perché era meglio che l’omicidio venisse fatto a Viterbo. Non solo. Ha anche saputo che Manca sapeva troppo sulla latitanza di Bernardo Provenzano e che quindi era meglio non attirare troppo l’attenzione su Attilio. Le ragioni per cui doveva essere ucciso, dunque, riguardavano il fatto che lui aveva saputo qualcosa sulla latitanza di Bernardo Provenzano. Questo uomo della mafia, oggi pentito, mi ha anche detto chi sono stati gli assassini, o alcuni degli assassini. Ci sono persone che la famiglia Manca ha sempre pensato fossero coinvolte. Questo verbale di interrogatorio è stato consegnato alla Procura di Roma che ovviamente dovrà compiere tutti gli accertamenti”. Procura di Roma che, sempre in base a quanto riferito dal legale, ha aperto da diverso tempo un’indagine per omicidio contro ignoti.
“La notizia ci è stata confermata le scorse settimane. La Procura antimafia di Roma diretta da Pignatone ha aperto il fascicolo a modello 45 da qualche mese. Per la prima volta vediamo uno spiraglio per il futuro dopo che per anni ci siamo scontrati con un muro di gomma. Attilio Manca non si è suicidato, dunque, con un’overdose. Ma è stato ucciso da qualcuno. E il fatto che la Procura di Roma si occupi di questo è la dimostrazione che l’omicidio ha a che fare con la mafia. Un dato importante e del tutto incompatibile col processo in corso a Viterbo e che cammina come un cavallo pazzo che ha i paraocchi e non vede quel che accade nella vicina Procura di Roma”.
Quindi Ingroia ha concluso: “Per il momento il fascicolo è contro ignoti. Speriamo davvero che nel 2017 ci possano essere ulteriori passi verso la verità perché le nuove dichiarazioni, che si aggiungono a quelle di tanti altri pentiti, si ha la sensazione di essere di fronte ad una svolta decisiva”.
Tratto da: antimafiaduemila.com
Foto © Matteo Gozzi
Caso Manca, Ingroia: ''C'è un nuovo pentito che fa i nomi di chi ha commesso il delitto''
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