Noi continueremo a parlare di questa vergognosa vicenda che dovrebbe far urlare allo scandalo. Lo abbiamo fatto nei mesi scorsi e continueremo a farlo nei prossimi giorni. Non lasceremo cadere questo Omicidio di Stato nell'oblio (come qualcuno vorrebbe) e non lasceremo sola la dignitosissima famiglia Manca.
Lo hanno ammazzato dopo averlo massacrato. Lo hanno infangato ed etichettato come un tossico. La storia di Attilio Manca, il giovane (e bravissimo) urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), grida ancora vendetta. Sono passati 17 anni da quel maledetto 12 febbraio 2004. A Viterbo viene ritrovato, nel suo appartamento, il corpo senza vita di Attilio. Un corpo sapientemente "violentato" da personaggi oscuri e segreti. Un bel "servizio" fatto dai Servizi. La mano è quella, è riconoscibilissima. Utili idioti (esecutori) inviati da "menti raffinatissime" (mandanti). Non perdiamo tempo: Attilio Manca è Stato massacrato, eliminato e infangato perchè tra lo Stato (quella parte indegna) e Cosa nostra esiste(va) una Trattativa (altro che presunta o inesistente). Il latitante Provenzano (il capo dell'organizzazione mafiosa), operato alla prostata a Marsiglia proprio dal dottor Manca, non poteva essere arrestato.
Viviamo in un Paese squallido, dove i latitanti non vengono arrestati per gli accordi indicibili. Uno Stato in cui si ammazzano i magistrati, i giornalisti (e tanti altri) e i mafiosi vengono lasciati liberi. Per queste "menti raffinatissime" (cit. Giovanni Falcone) servirebbero i lavori forzati a vita, altro che la villeggiatura del 41 bis (che i buonisti da quattro soldi continuano ad attaccare).
Attilio Manca doveva morire. Provenzano verrà arrestato solo nel 2006 (in una masseria a Corleone). Uno show organizzato per dire alla massa: noi siamo contro la mafia e arrestiamo i mafiosi. Solo puttanate. Il patto sporco è stato siglato con l'Unità d'Italia (altra porcata calata dall'alto). Nel 1995, a Mezzojuso, lo Stato poteva e doveva arrestare Provenzano, grazie alle rivelazioni di Luigi Ilardo (il confidente segreto di Michele Riccio, all'epoca colonnello dei carabinieri). Il boss non verrà arrestato, Ilardo verrà ucciso a Catania. Se Provenzano fosse stato arrestato ci troveremmo davanti ad un'altra storia.
In questa storia, invece, si registrano autopsie "lacunosissime", indagini fatte male, inchieste monche, persone non ascoltate dalla Giustizia.
Ma quale giustizia? Sì, con la "g" minuscola. Come si può avere rispetto per questa giustizia strafottente, svogliata, dormiente. Non interessata alla verità. Per questa giustizia Manca è ufficialmente un tossico. Peccato (per loro) che, qualche mese fa, quella povera donna - Monica Mileti - è stata scagionata dalle accuse indegne e false. Non è la pusher, non ha passato la droga a Manca. Sembra di rivivere - ovviamente in parte - la vicenda del depistaggio di via d'Amelio (19 luglio 1992) con il falso "pentito" Scarantino. Costuito a tavolino dalle solite "menti raffinatissime".
L'Italia è una Repubblica fondata sui depistaggi.
E allora, se la Mileti non ha passato la droga ad Attilio, come è morto l'urologo siciliano?
Noi vogliamo delle risposte. Dopo 17 anni vogliamo conoscere la verità. Vogliamo capire perchè un presidente ("p") della Repubblica (il peggiore della storia repubblicana) - Napolitano - si interessò, con una telefonata, al caso di un tossico (secondo la versione della Procura di Viterbo). Non ci risultano altre telefonate per altri "tossici" (una parola orrenda). Vogliamo sapere perchè si sono registrate innumerevoli anomalie in questa inchiesta. Vogliamo sapere perchè una Procura della Repubblica non ha fatto il proprio dovere. Sono dieci mesi che la stessa Procura non risponde ad una nostra richiesta di accesso agli atti. Una vergogna costante, un Vergogna continua.
In questa storia ci sono diversi collaboratori di giustizia (tra cui Giuseppe Setola, Stefano Lo Verso, Carmelo D'Amico) che parlano di Attilio. «E' stato assassinato - è D'Amico che parla - dopo che, per interessamento di Cattafi e di un generale, era stato coinvolto nelle cure dell'allora latitante Bernardo Provenzano». Un altro collaboratore, Antonio Lo Giudice, rincara la dose e dice di aver appreso da Giovanni Aiello (ex poliziotto, appartenente ai Servizi Segreti, killer di Stato, deceduto con un improvviso infarto sulla spiaggia di Montauro, Catanzaro, il 21 agosto 2017) che si era occupato (insieme ad altri delitti) anche dell'uccisione di Attilio Manca.
Il primo a parlare di Faccia da Mostro (Aiello) fu il confidente Lugi Ilardo, ucciso il 10 maggio del 1996, per una fuga di notizie (di Stato).
Vergognatevi.
Il mistero non esiste. Esiste una verità scomoda che non deve emergere. Perchè le Istituzioni (una parte) in questa storia maledetta - come in tante altre - si sono comportate in maniera schifosa.
Schifosi.
Ecco perchè abbiamo sentito l'esigenza di ascoltare la signora Angela Manca, l'avvocato Fabio Repici e l'avvocato Enzo Guarnera.
Continueremo a parlare di questa brutta storia. Non temete indegni!
Tratto da: wordnews.it