Sabato 12 Ottobre 2024

Indirizzata interrogazione ai ministri dell'Interno e della Giustizia

di Luca Grossi

Dal 2011 soggetti ignoti, ma molto noti a Barcellona Pozzo di Gotto, continuano a gettare materiale tossico nel giardino di Angela Gentile, conosciuta dai più come Angela Manca, madre del famoso urologo siciliano Attilio Manca, trovato morto nella sua casa a Viterbo il 12 febbraio 2004.
Una beffa crudele si è presentata recentemente sul cammino di Angela, rimasta vedova del marito appena un mese fa: lo scorso 7 settembre è stata costretta a lasciare casa sua per via dei gravi problemi di salute che quelle sostanze gli hanno provocato.
Ieri, tuttavia, sembra che qualcuno si sia accorto di questo scempio: la onorevole Stefania Ascari, componente della commissione antimafia, ha indirizzato - come prima firmataria assieme a Donno, Carotenuto, Cafiero de Raho, Alifano, Marianna Ricciardi, Quartini, Di Lauro, Auriemma, Barzotti - una interrogazione ai ministeri dell'interno e della giustizia.
"La salute fisica e mentale di Angela Gentile Manca, cittadina italiana ottantenne residente a Barcellona Pozzo di Gotto, va deteriorandosi giorno dopo giorno a causa di azioni di soggetti criminali allo stato ignoti che sversano da anni sostanze chimiche tossiche nel giardino e sulle pareti della sua abitazione, causando gravi intossicazioni alle vie respiratorie, stato confusionale, tremori e/o la morte prematura delle piante del giardino; molte sono state le denunce presentate, a partire dal 2005, alla compagnia dei Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, con tanto di documentazione fotografica e referti medici, e diversi gli interventi sul posto delle forze dell'ordine che, però, non hanno prodotto effetti, né investigativi né deterrenti". Il contenuto dell'interrogazione riprende anche il caso dell'omicidio di Attilio Manca ricordando che "nel settembre 2022 la diciottesima Commissione parlamentare antimafia ha approvato all'unanimità una relazione sulla morte del medico urologo Attilio Manca, figlio di Angela Manca, identificata come omicidio collegato alla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto; nel 2004 e nel 2005 i coniugi Manca presentarono esposti alla procura di Viterbo e di Messina, rappresentando sospetti circa il coinvolgimento del nipote Ugo Manca nella morte di Attilio. Da allora Ugo e Gaetano Manca (padre di Ugo) misero in atto comportamenti vessatori e intimidatori nei confronti dei genitori di Attilio, che sfociarono prima in un provvedimento cautelare a carico di Gaetano Manca e poi in un processo per i reati di minacce ed ingiurie (successivamente estinto per intervenuta morte del reo); da anni ed a tutt'oggi Ugo Manca abita nella casa che confina proprio con quella di Angela Gentile; agli atti delle forze di polizia Ugo Manca conta frequentazioni con mafiosi barcellonesi di alto rango, come Rosario Pio Cattafi (coinvolto dal collaboratore di giustizia Carmelo D'Amico, riconosciuto attendibile già in diversi processi, nell'omicidio di Attilio Manca e indagato e/o processato anche per i reati di strage, eversione, traffico internazionale di armi e materiale bellico, sequestro di persona a scopo di estorsione, oltre ad essere stato testimone di nozze del capomafia barcellonese Giuseppe Gullotti), Angelo Porcino (attualmente in carcere in regime di alta sicurezza, già indagato e poi archiviato per l'omicidio Manca) e Antonino Merlino (pluripregiudicato, condannato assieme a Giuseppe Gullotti per l'omicidio del giornalista Beppe Alfano); il nome di Ugo Manca è emerso da ultimo nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Campo, che il 27 febbraio 2016 ha raccontato ai magistrati della Dda di Messina che a provvedere all'eliminazione di Attilio Manca era stato, assieme ad altre due persone, proprio il cugino Ugo".
I firmatari concordano sul fatto che "gli atti vessatori e minatori di cui sono stati vittime i genitori di Attilio Manca iniziarono nel momento in cui i coniugi sollevarono dubbi sul coinvolgimento di soggetti barcellonesi, legati alla locale cosca mafiosa, nella morte del proprio figlio e questi atti sono aumentati parossisticamente dopo la pubblicazione della suddetta relazione della Commissione parlamentare antimafia; queste angherie sono da interpretare come miranti a far recedere l'ormai vedova Angela Gentile dal suo impegno nella ricerca della verità, anche processuale, sulla morte di Attilio e non si può escludere" sottolineano i firmatari "che gli ignoti criminali responsabili delle vessazioni possano passare ad azioni più violente".

Per leggere l'interrogazione: aic.camera.it

Tratto da: antimafiaduemila.com

Foto © Giancarlo Finessi

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