Giovedì 18 Aprile 2024


La madre dell’urologo assieme a Salvatore Borsellino e Borrometi per chiedere verità su Attilio Manca

di Luca Grossi
“Quando l’avvocato Fabio Repici quella mattina mi ha telefonato per comunicarmi la notizia che Monica Mileti era stata 'assolta perché il fatto non sussiste' io e mio marito siamo stati veramente felici perché finalmente quella pietra tombale che avevano messo sull’omicidio di mio figlio era stata tolta”.
E’ con grande gioia e commozione che Angelina Manca, mamma dell’urologo trovato cadavere nella propria abitazione di Viterbo nel febbraio 2004, ha raccontato le emozioni vissute quando apprese dell’assoluzione di Monica Mileti, accusata al tempo di aver ceduto la droga che secondo i magistrati di Viterbo avrebbe portato alla morte il figlio.
Una volta caduta l’accusa resta una domanda: "Chi ha suicidato Attilio Manca?”. Ed è proprio questo il titolo dell’evento organizzato sulla pagina Facebook di Luigi Piccirillo, Componente della Commissione Antimafia della Regione Lombardia. Un incontro web che ha visto anche la partecipazione del giornalista e scrittore Paolo Borrometi e Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino.
“Si voleva convincere Monica Mileti a dichiarare il falso - ha proseguito ancora Angelina Manca - A dichiarare che lei aveva ceduto la droga. Perché sarebbe stata assolta. Non immaginavo che una procura potesse arrivare a tal punto”.
A tal riguardo la madre dell’urologo ha riferito anche come l’allora Procuratore di Viterbo Alberto Pazienti“non è stato quello che doveva difendere la difesa di mio figlio, ma l’accusa. Lui ha fatto tutto un processo contro mio figlio”. E ancora: “Ci sono stati cinque pentiti. Ora un pubblico ministero invece di scartare completamente la parola mafia avrebbe dovuto fare delle indagini serie”.
In conclusione Angela Manca ha detto che una delle più grandi vittorie per suo figlio è stato il cambiamento all’interno dell’opinione pubblica per quanto riguarda la sua storia, in particolar modo per la città di Barcellona Pozzo di Gotto che “all’inizio era ostile nei nostri riguardi, adesso è con noi. Adesso la città sa, ha capito”.

La comoda verità del suicidio
Fino ad ora, per la giustizia Italiana, Attilio Manca sarebbe un suicida morto per overdose provocata da un mix di farmaci ed eroina. Ma perché qualcuno avrebbe voluto che Attilio venisse giudicato come un eroinomane arrivando addirittura ad affermare che si trattava di un “tossico anomalo” in grado di controllare la sua dipendenza riuscendo addirittura a tenerla nascosta ai colleghi?
Il giornalista Paolo Borrometi ha sottolineato nel suo intervento che “qualcuno ha voluto dire che Attilio Manca fosse un drogato. E che quindi per un drogato era quasi ovvio che facesse un atto del genere” e ancora “Attilio non avrebbe mai potuto fare un atto del genere perché Attilio Manca non si drogava. E chi ha messo nero su bianco che Attilio Manca si drogava ha detto una falsità”.
Inoltre Borrometi nel suo intervento ha descritto certe circostanze opache in seno alla Procura di Viterbo in riferimento al processo a Monica Mileti, “in quell’intervista che io ho fatto per l’AGI, l’avvocato Cesare Placanica mi disse che qualcuno nella Procura di Viterbo, i magistrati, gli avrebbero detto “ma falla confessare tanto a quel punto il reato si prescrive. Noi lo facciamo prescrivere ed è tutto finito”. La presenza di certi meccanismi istituzionali che in qualche modo avrebbero potuto interferire nella ricerca della verità si fa quindi sempre più probabile. E se in questo contesto ci entrasse anche la parola mafia ci potremmo ritrovare davanti ad una ennesima trattativa?

Una Repubblica fondata sulla Trattativa
“Io penso che gli elementi che hanno portato alla morte di Attilio Manca siano gli stessi elementi che abbiano portato all’assassino di mio fratello”, ha iniziato così il suo intervento Salvatore Borsellino, volendo sottolineare anche che l’omicidio di Attilio è stato fatto per “proteggere quella trattativa, quel Provenzano che era uno delle controparti appunto della trattativa dopo l’arresto di Riina”.
Certamente se un giorno si arrivasse a confermare che Attilio è stato ucciso bisognerebbe tener presente che le dinamiche della sua morte presentano dalle caratteristiche assai particolari le quali non sembrano corrispondere ai classici metodi mafiosi, “chi lavora in questo modo sono i servizi segreti - ha detto Salvatore - la mafia uccide in un’altra maniera. Non avrebbe imbastito tutta questa messa in scena per fare passare l’assassinio di Attilio Manca come un suicidio. Di pulire tutte le impronte di Attilio, dimenticandone una in bagno e di rimettere le protezioni sulle siringhe. E non hanno pensato alla cosa più importante, che Attilio era mancino e che quindi non era in grado di farsi un’iniezione con il braccio destro".
A fronte della recente assoluzione della Mileti, di un possibile coinvolgimento dei servizi segreti e della probabile presenza di Cosa Nostra, vi sono tante domande che restano sul tappeto.
Che contributo avrebbe potuto dare Attilio Manca se avesse testimoniato in qualche processo? E da chi è arrivato l’ordine di morte? E perché?
Quesiti che meritano una risposta.

Tratto da: antimafiaduemila.com

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